Conosciuto per essere il social network professionale per eccellenza, LinkedIn ha oggi circa 610 milioni di iscritti in tutto il mondo, che lo usano per cercare lavoro, creare un network di contatti e stringere alleanze. E anche trovare nuovi clienti, ovviamente: ed è proprio per usare al meglio LinkedIn per il proprio lavoro da freelance che abbiamo fatto alcune domande a Luca Rallo, blogger e digital pr strategist, con oltre 100mila follower complessivi sui diversi social network e collaborazioni, tra gli altri, con Enel, Nissan, Olivetti e Decathlon.

D- Cominciamo dalle basi: su che cosa puntare e come muoversi su LinkedIn da freelance?
R- L’approccio su LinkedIn deve essere quello che si avrebbe nella vita reale. Non andremmo mai a un appuntamento di lavoro senza essere curati, con un abbigliamento in ordine e capelli sistemati: allo stesso modo, è necessario essere su LinkedIn con un profilo aggiornato, una foto scelta con criterio e soprattutto un lessico corretto, sia nelle descrizioni sia nei messaggi. Un freelance deve avere un profilo sempre perfetto, perché l’opportunità potrebbe essere dietro l’angolo. Personalmente, credo sia importante stringere relazioni, di qualità ma anche in buona quantità. Il passaparola, specialmente se online, potrebbe portare a nuove conoscenze e ipotetiche nuove occasioni di business. Non penso che il freelance debba accettare solo chi conosce, anzi deve stringere nuove amicizie, partecipare a eventi, interagire in discussioni, partecipare in conversazioni nei post ed entrare in gruppi tematici. L’approccio è fondamentale: diretto, competente, disponibile e concorrenziale.
D- Quali contenuti è meglio pubblicare e con quale periodicità?
R- È chiaro che più si pubblica, più la community avrà occasione per interagire. Indicativamente direi non più di un post al giorno, magari intermezzando con condivisioni di post di altri utenti (consiglia o share), lasciando commenti in discussione di nostro interessi (sempre positive o in ogni caso costruttive, evitando le polemiche che non servono a niente, specialmente sul web.) Sulla tipologia di contenuti, prediligo un’alternanza: post con foto, post multifoto, video, ma in generale su LinkedIn punterei su contenuti nativi e musico/visuali. Il post “offerta” non ha più senso nel mare magnum di comunicazione digitale che ci avvolge.
D- Quali sono invece gli errori che andrebbero evitati?
R-Sicuramente chiedere contatti relativamente a caso non premia, sia in fase di awareness, sia in ottica di engagement. Non veniamo realmente percepiti per quello che siamo e facciamo, se lanciamo un post, chiediamo l’amicizia a 100 persone e aspettiamo a braccia conserte sperando che la Dea dell’argoritmo ci regali qualche migliaio di views.
D- Quanto tempo è necessario dedicare a LinkedIn ogni giorno o settimana?
R- Direi almeno 30 minuti ogni giorno per rispondere ai messaggi, visualizzare le notifiche, rispondere alle richieste di contatto con un messaggio personalizzato o inviare richieste di contatto con messaggio ad hoc scritto apposta per la persona con la quale desideriamo collegarci. Anche perché, se abbiamo richiesto il contatto, una motivazione c’è sicuramente.
D- Come possiamo trasformare una conoscenza digitale in un contatto reale? Dobbiamo proporla o aspettare che sia il potenziale cliente a farlo?
R- Passare dal digitale all’offline è sicuramente l’aspetto più complesso. Magari prima del contatto ad personam, si potrebbe valutare un colloquio telefonico. Gli eventi sono sicuramente una vetrina interessante, ma devono essere gestiti in maniera professionale, altrimenti diventano un enorme boomerang.
D- Tutti questi ottimi consigli sono utilissimi per gestire personalmente il proprio profilo, ma quando ha senso invece affidarsi a un professionista? Per le pagine aziendali o anche per una semplice consulenza?
R- Nel momento in cui un libero professionista o un’azienda hanno ben chiaro l’obiettivo da raggiungere, affidarsi ad un Digital PR su Linkedin può portare a frutti molto interessanti. Da considerare che l’elemento chiave per la riuscita o meno dell’intervento di un professionista è proprio l’obiettivo da raggiungere che deve essere sempre ben definito dal committente: la chiarezza premia sempre in qualsiasi strategia di marketing.